lunedì 16 settembre 2013

Non avere tempo




Stando tra la gente non percepisco serenità: sorrisi finti o stentati, occhi sfuggenti, sguardi distratti,  molti  sono rinchiusi nelle gabbie mentali allestite  da loro stessi, come quelle dello zoo in cui  si usano “custodire” animali in cattività.  La gabbia mentale è costituita da paure, pensieri neri ricorrenti, schemi fissi, meccanismi automatici copiati da altri e risulta molto più solida di qualsiasi altra prigione. Il progetto ansioso delle  mille incombenze da smaltire in giornata si snoda e rifugge da distrazioni; in questa cultura ,  tutto ha da  essere produzione e, se esercitare il senso dell’umorismo o ridere  portano via il prezioso tempo commerciale, bisogna  smetterla e richiudersi nello spazio angusto di quelle quattro obsolete idee, con cui si sono edificate le sbarre della gabbia. Ovviamente “il  rinchiuso” quando incontra “un sorridente” sospetta che: 1) il sorridente non abbia nulla da fare dalla mattina alla sera; 2) il sorridente voglia prendere in giro i “produttori” (indefessi); il sorridente  sia cretino. Se si potesse condannarli per abuso di serenità … che avranno mai da sorridere poi, sono  sicuramente superficiali! “Il tempo è denaro” urla  arrogante  nelle gabbie mentali e centuplica  le sbarre per bloccare i  poveri animali in cattività, per renderli competitivi, per distoglierli dall’intimità, per fargli guadagnare qualche soldo in più. E fuori dalla gabbia …. Il sole splende , sempre diverso a seconda delle stagioni e regala questa vita, regala a tutti, (anche a chi ha scelto la gabbia), riscalda, informa, a volte esagera col calore, mentre c’è un mondo  che si trasforma solo perché lui c’è. Basterebbe connettersi con l’intelligenza e generosità del sole per capire che “il tempo è denaro” è una perversione da umani all’oscuro di ciò che è veramente importante. E’ nel tempo-arte che nasce e cresce la vita, fatta di sorrisi solari , che , come raggi, connettono gli uni agli altri e danno origine alla fratellanza; finché ce ne andremo , come  fredde lune, in mezzo agli altri occupandoci solo dei casi materiali nostri , non potremo trasformarci in  tanti piccoli soli creativi ; avremo lavato migliaia di piatti o pagato centinaia di bollette , estinto decine di faccende quotidiane ma rimarrà la domanda , nell’aria, ronzante e fastidiosa come una zanzara tigre: la vita è tutta qui ? Molta gente se ne va  nell’aldilà, in tandem con la zanzara che sibila la domanda“inevasa”  e non c’è spray che tenga. Non mi pentirò mai del tempo “perso” per aiutare gli altri, far ridere , ridere, cantare, giocare col cane, viaggiare, scrivere,danzare, sdrammatizzare, meditare, inventare passi di danza, pregare  e tutto ciò non mi ha impedito di occuparmi della casa e del  lavoro, anzi mi ha procurato la gioia di sentirmi creatrice delle mie giornate, un saggio mix di dovere e piacere. Non avere tempo è la disgrazia peggiore che ci possiamo auto infliggere, è uno stato comatoso ma  il coma è reversibile. Appena spostiamo la lancetta mentale da tempo-denaro a tempo-arte, le sbarre  ghiacciate della gabbia svaniscono ; il pensiero si espande, viaggia nello spazio, riscalda chi  è vicino  e chi è lontano, si somma ad altri pensieri di pace e ci si sente sereni perché, finalmente, si assapora il gusto dell’adesso, unica certezza .