Il
meccanismo comportamentale di molti umani nel quotidiano è: esibirsi, abbellirsi,
fingere sicurezza e non-dolore, celare disagi fisici, nascondere conflitti. E’ lo schema degli spettacoli d’in-trattenimento
televisivi, dove si sorride a oltranza, si scherza, si fanno battute con voce
stentorea, col risultato di spingere la propria ombra nel profondo , invisibile
ma sempre più pesante; nel frattempo si
diventa estremamente dipendenti dal riconoscimento altrui.
Nel
privato e con la famiglia la gente di spettacolo si spegne come lampadina,
ordina, comanda, esige, si scoccia di tutto, alza la voce, a volte picchia, é
greve, depressa, attaccata al televisore, non esiste senza “pubblico”. Questi
umani ledono pesantemente se stessi e la famiglia, devolvendo energia a cani e
porci ma non a sé e ai propri cari, che ormai li hanno scoperti, con cui possono
mostrarsi nella loro bruttezza. Riaccenderli?
Basta una telefonata del "vampiro" di turno ,che riprendono i panni da giullare; non avendo il senso del proprio valore
devono specchiarsi negli occhi di qualcun altro e questo riconoscimento viene
ottenuto con una sorta di prostituzione psichica, che pagano a caro prezzo. Devolvono letteralmente attenzione e cura, a gaglioffi vari (vampiri) che se le
ciucciano ben volentieri, spendendo appena qualche complimento all’inizio della
loro “amicizia”. Quando il “vampiro” avvista “gente di
spettacolo”, si frega le mani, anche se, pure
lui, percorre vicoli invece della strada maestra: entrambe le persone non si
amano, non hanno compassione di sé, né fiducia. Continueranno ad aspettare
Godot perché non sperimentano lo stupore di “essere” umano, che è ancora in embrione, da realizzare, in questo sistema
basato su “do ut des” e su “show must go on”.
Godot è la salvezza/novità che non arriva mai: un nuovo amore, un nuovo farmaco, un nuovo
lavoro, una nuova auto, una nuova casa, un nuovo arredamento,
tutto per l’ anima antica mai partorita e per una testa , intrisa di pensieri già pensati dai media.
Ti si dice che tutto viene
dall’esterno: l’amore, la guarigione, la realizzazione, quindi dipenderai
sempre da qualcuno/qualcosa.
La novità/Godot è imprendibile,
arriva ma non arriva veramente, per un po’ accende un fioco entusiasmo poi si
estingue nel rivolo dell’indifferenza; toccherà inseguire un altro oggetto,
un’altra esperienza per riprovare un modico interesse , la cui soglia si
abbasserà sempre più. Come fiammiferi, la
gente produce veloci fuocherelli e stanche ceneri, non quelle della fenice da
cui si rinasce trasmutati, ma proprio ceneri inerti che impolverano i bronchi e
lasciano a corto d’aria.
Il vuoto che c’è, per l’esilio coatto dalla
propria anima è occultato prontamente con altre paccottiglie varie perché,
appena si delinea il fondo del baratro dei propri limiti, delle paure, bisogna
riempirlo; nel bel mezzo di questo sterile meccanismo ciclico, qualcuno muore, talvolta
con sollievo.
Non è facile invertire il senso, avendo
il coraggio di guardare il proprio inferno, i gironi delle paure, dei limiti,
delle risposte in automatico (reazioni),
smettendola di incolpare gli altri per i fallimenti, gli errori; ogni
giorno bisogna smantellare pezzi di strutture interiori ,
enormi costruzioni abusive,ingombranti, non più sostenibili, osservandosi. E’necessario soprattutto trovare
tempo, sottrarsi a schemi mentali mediatici, ritirarsi per un po’ dal mondo; la
solitudine è la migliore amica di chi lavora su di sé, terreno fertile della CREATIVITA’di gestare se stessi. Il comune
“sentirsi soli” è uno stato interiore d’indigenza psichica che ti porti dietro
ovunque, che non potrà mai essere lenito da “cose”, né da altre persone sole
come te; il vero senso d’isolamento è rimanere nel mondo a recitare, a
elemosinare considerazione, esibendo la propria “merce”, nell’attesa che
qualcuno “ti compri”. Ho
percepito il senso d’isolamento nel bel mezzo di folle numerose composte di altrettanta
gente sola (che fingeva di non esserlo). Non essere anima, negare
l’invisibile forza che ci “anima”,
significa vivere da emigrati dalla propria interiorità perché non
appare reale, pensando che l’unica ragione di esistere sia la vita materiale.
La saggezza si sperimenta ed esercita dopo aver “visto” e disinnescato i limiti, le
paure, nel privato; dando sempre più spessore alla luce, pregando e meditando,
facendo il turista nelle terre di dentro, tracciando nuove mappe della terra animica
quasi sconosciuta. Allora emerge l’azione ispirata, non più copiata da altri,
da altro, imprevedibile, infallibile e la vita materiale s’illumina, è
finalmente intera, una ,completa. La
vita quotidiana è diventata insostenibile per persone dis-integrate, sconosciute
a se stesse, disperse nel mare di “servizi” che si devono accollare, eppure vedo
sempre più individui che si stanno risvegliando dal sogno consumista e, trainati
dalla forza indomabile di anima-cuore, stanno cercando la gioia di esistere in
semplicità e interezza.
Gli integri, quelli
che hanno lottato per essere tali,si riconoscono; sono “ecosostenibili”: non
creano rifiuti (pensieri negativi, dipendenze, dissonanze), riciclano tutto (rancori, inimicizie, pettegolezzi)
rispettano ambiente ed abitanti della terra(sono portatori di pace) ed è per tale onestà
che è dignitoso, bellissimo, stare accanto a loro.