Mi intenerisco di fronte alle imperfezioni fisiche, non le vedo, non
avrei scelto di essere insegnante di sostegno. Il cuore mi spinge ad
accogliere . Sdrammatizzo per amore, anche l'unica, vera invalidità ,che
è la paura,quando la incontro , (in me o negli altri).Anche durante la
malattia ,esercitare lo spirito vitale, presente , saggio mi
ringiovanisce,trasforma qualsiasi esperienza in ulteriore
vitalita',presenza, saggezza. La paura è la paresi dell'anima, origina
vecchiaia, stasi,congela la vita, allontana dal nuovo, dal diverso, dal
rischio (e dalla gioia di vivere). Nel quotidiano, frequento persone
variamente affette da paura, ansia,ma non mi lascio sommergere, né
glielo dico in faccia; ogni volta, di fronte agli ostacoli, scelgo di
interagire col laboratorio delle mie paure, e nonostante clamorosi miei
errori di vita, vivo
Giorni di neve, vita contemplativa, dedicati alla guarigione, vedo oltre
i temporanei lavori in corso del corpo; osservo , nelle stanze vicine
,vecchi malati ,con affetto. La mia saggezza cresce, unica stabile
ricchezza, il corpo da gazzella funziona, chi c'è c'è , quasi nessuno
dei miei sostenitori molla per paura della mia imperfezione fisica,
molti mi cercano ,telefonicamente, da un passato d vera amicizia.
Ricordo , compagne di stanza,in ospedali diversi, confidarsi, chiedere
aiuto. È bello essere utile, anche col corpo un po'in panne , mentre la
saggezza ,nutrita, è l'unico , vero punto di riferimento interno, non
esterno. "Uagliu '...E chi vo ' capi ' capisce!! "
Non auguro a nessuno tutto il dolore fisico che mi accompagna nel
processo di guarigione. Non lo descrivo, vorrei donare solo
armonia.Ringrazio chi sopporta certe rabbie tempestose, (di solito
coloro che amo di più), mi scuso con loro. Accolgo grata, le flebo di
luce che mi iniettano gli Amici di fb o chiunque incoraggi lo stato di
salute con pensieri e parole costruttivi
Quando un "uomo" spegne un corpo di donna , uccidendo, contagia di paura
le menti di milioni di altre donne, ancora vive ma eliminabili. Il male
maggiore, a parte che per le uccise, e' la caduta di fiducia di tutte
le donne verso la simbiosi col maschile; il principe azzurro scolora,
annerisce, se ne sta, torvo, solo o cerca e trova solo scarponi di
cristallo. La stessa parola "femminicidio " indica soppressione di
femmina (che è meno di un uomo);e' una fastidiosa, che parla
troppo, osa avere un cervello, urla di stanchezza, è strega, befana,
stronza. E se anche fosse , chi ha il diritto di uccidere chi? Per par
condicio, andrebbe sostituito il termine omicidio con "maschicidio ",
oppure usare " donnicidio ". Questo perché dietro le parole c ' è il
giudizio,potente, sommerso, operativo.Intanto, a monte della paura di
essere soppresse, germoglia, resiste,tenero , il sogno bambino di
cancellare dal vocabolario entrambe quelle brutte parole
Da qualche mese sono ospite a Villa Eden, hospice di lungo degenza. È un
luogo strutturalmente delizioso, è come stare a casa, nella propria
camera con bagno, bussano quando entrano infermieri, medici e
collaboratori, la cucina è casalinga,la biancheria lavata e profumata.
Potrebbe essere un luogo gradevole e basta se non fosse che gli umani
che si occupano di noi degenti, sono umanamente speciali, luminosi di
vero interesse, materni, collaborativi,competenti. La maggior parte,
è giovane, ti si apre il cuore nel riconoscere che non ci sono solo
"bamboccioni" in questa società. E quelli più "adulti" agiscono una
compassione sedimentata col tempo, come un tesoro. Tra gli anziani
saggi, spicca la figura del dottor Montanaro, che mi ha restituito
fiducia nel genere "medico" dopo che ho subito una serie di gravi
esperienze di malasanità. Il "malato" ha soprattutto bisogno di
accudimento, accoglienza, ascolto, comunicazione. Non è un pezzo di
carne o un organo separato dal tutto;il processo di guarigione o anche
morire, se è arrivato il momento, sono percorsi in cui un umano deve
essere condotto per mano, con dignitoso affetto, applicando anche
tecniche di aiuto come la consulenza psicologica e la fisioterapia
adeguata. Un grazie sentito va alla famiglia Leone, spiritualmente
avanzata ,che ha varato il progetto hospice, tra mille difficoltà, in
una piccola cittadina come Turi, e alla quale auguro di tenere
duro,perché , in un futuro non lontano,Villa Eden madre generi tante
Ville Eden figlie
Che provocazione.Gabbani dissacra il karma degli occidentali che poi a
volte si buttano nel "mercato "new age con guru e guretti , simili ai
tuttologi di internet,mescolati a quanti cercano veramente la pace
dentro. So, per esperienza che anche un maestro non illuminato può
insegnarti qualcosa. Perciò, meditiamo , gente, meditiamo, che una volta
imparato, c'è autogestione gratuita , privata, e la scimmia (la mente) ,
zompetta inutilmente ma non ci possiede. Namaste, alé'!
Ieri è venuta a Villa Eden in visita , Antonella, la mia prima alunna
diversabile, sordomuta, 33 anni compiuti. Abbiamo ritrovato , intatto,
lo stupore incantato del nostro abbraccio, le gag , le risate di
un'intesa in cui ci si capisce soprattutto a sguardi. Lei mi ama, anche
se sono un po' dimagrita ed io amo lei,anche se e' un po' ingrassata
Reiki dalle mani, il corpo martoriato si rasserena, mi commuovo al
cospetto della luce. Per chi ne ha fatto l'esperienza sto descrivendo
l'applicazione di una tecnica,alla portata di tutti, è con loro che
condivido. Ho imparato a meditare per primo da mia nonna che sedeva ad
occhi chiusi, col rosario in mano, biascicando e poi più nulla; sarebbe
sembrata persa ma io la sentivo vivida e presente.Nel tempo ho sommato
concrezioni rocciose del dolore di parenti, amici, alunni, mi sono messa
a trainare un faraglione caprese fatto dei limiti altrui, senza paura ,
per amore loro. Dal calore delle mie mani d'oro percepisco l'input di
accettare il mio dolore fisico, per amore mio.
A
volte la malattia è resettaggio, lifting interiore per chi vuole
bruciare le tappe del karma. Te ne accorgi quando, insieme ad essa, ti
viene fornita una forza sovrumana, non tua, e tu stessa ti stupisci
perché , nonostante la difficoltà, rimani viva, quasi rabbiosa, bruci
della voglia di farcela. Se il corpo ce la fa, sopravvivi, sennò
guarisci morendo bene, avendo azzerato tutti i debiti karmici.
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