giovedì 27 giugno 2013

Solstizio




Mi connetto con Madre Terra, mi tolgo le scarpe. Sono due notti che impazza il temporale tranne l’uscita sfarzosa del sole durante le giornate. Il mare però rumoreggia, di giorno e di notte. Stamani mi si abbatte sui piedi,  gradasso, colore intenso, aggrumito di toni blu, verdone, cobalto. Entro in acqua. Intanto il sole mi ispeziona: sarà che sono pallidina e vuole colorarmi, presto. Che gioia averlo incontrato ancora, dopo un anno, questo mare, che sembra più pieno d'acqua perchè profondo. Appena a qualche metro dalla riva manca la terra sotto i piedi e , dopo un pò che nuoti, sei sospeso . Guardo in basso ed ho le vertigini. Poi canto, sono felice, salata,sbaciucchiata, massaggiata, abbracciata. Posso giocare, nuotare, fare capriole e tuffi, la pelle esulta ed io pure. Nell'eterno presente interiore, cosa mi manca? All'altezza degli occhi, appena fuori dall'acqua, la linea dell'orizzonte mi taglia il viso in due, da un orecchio all’altro.  Faccio le bolle soffiando. Guardo lontano,  io ,piccola creatura con polmoni, ospite  temporanea della sterminata massa liquida  degli esseri con branchie. E’ il tramonto, il sole rosseggia, quasi appoggiato sulla tavola d'acqua traballante. Vabbè , sto qui, aspetto. Che il sole si immerga e lenisca i  suoi bollori, lui che irradia sempre, sempre, tutto, tutti, democratico, incondizionatamente. Sbaglio o appena  Palla Rossa si è calato nell’acqua ha sospirato un "Ahahah" di  fresco sollievo? Ora sono circondata di acqua porporina, faccio il bagno nel sole- sciolto- nel mare; socchiudo la bocca assaggio un po’ di sole salato. Mi sento a casa e  rido al cielo nel mix di mare-sole che  snellisce l’anima, si porta via poche briciole di nostalgia e basta.

Solstizio di protesta di Madre Terra.
Piove come pianto. Il cielo bianchiccio, terreo ricorda lo spazio immobile prima di una nevicata. Il mare è verde oliva con toni grigi. E’ il solstizio, oggi è ufficialmente estate, quella esibizionista- commercial-caciarona in cui bisogna occuparsi della prova costume, comprare il latte protettivo solare, pensare al benessere, abbandonare i cani per strada, depositare gli anziani all’ospizio. Basta: mi riprendo l’estate antica, sognata in incognito che mi sposa alla Madre. La mattinata è tutta uno scroscio;  alcuni vacanzieri si lamentano perché gli si rovinano le ferie. Nel supermercato della vita, dove ognuno va, prende quello che gli serve, senza dire grazie, Madre Terra, generosa e gentile si sta finalmente arrabbiando con noi. Nel pomeriggio tento di riposare, ma la Madre chiama; mi alzo dal letto, siedo davanti alla vetrata della cucina. Sembra di guardare la centrifuga della lavatrice: l’acqua dal cielo si mescola con i vapori schiumanti del mare, montagne di mare livido si innalzano poi si schiantano e io chiedo scusa. Penso affogherei se uscissi tanta è l’acqua che vortica mangiandosi l’aria. Lampi appuntiti punzecchiano il cielo e i tuoni continuano a brontolare in lontananza dopo il primo boato. Osservo da dietro i vetri il vomito di Madre Terra che non ne può più ,e chiedo scusa. Incito la catarsi, come a una bambina che vomita si tiene la fronte con la mano: “Dai, butta fuori, hai ragione, dai, dai piccolina, dai cuoricino, dopo starai meglio”. Nell’aria un lamento rabbioso,”uhuhuuu”: è dolore, è dolore da animale ferito; il fragore sordo del mare è sottofondo continuo. Quant’è bella questa furia. La terra ruggisce e io chiedo scusa. Offro preghiere per lenirle il dolore come quando Madre l’ha fatto con me, nella sofferenza, col profumo dei Fiori, col sapore del Mare, col calore del Sole. Non abbasso lo sguardo. Voglio guardare in faccia la potente dignità di questo dolore e non dimenticare. Mai più.
Visualizzo l’arcobaleno circumpolare che sboccia dalla profondità del cuore di cristallo, esce dai poli, abbraccia Madre Terra; poi metto la piccola terra virtuale nel cuore e luccichiamo di pulizia, insieme. Che la pace sia con noi e con il suo spirito.
DEVO cambiare vita.



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