Mi connetto
con Madre Terra, mi tolgo le scarpe. Sono due notti che impazza il temporale
tranne l’uscita sfarzosa del sole durante le giornate. Il mare però rumoreggia,
di giorno e di notte. Stamani mi si abbatte sui
piedi, gradasso, colore intenso, aggrumito di toni blu, verdone, cobalto.
Entro in acqua. Intanto il sole mi ispeziona: sarà che sono pallidina e vuole
colorarmi, presto. Che gioia averlo incontrato ancora, dopo un anno, questo
mare, che sembra più pieno d'acqua perchè profondo. Appena a qualche metro
dalla riva manca la terra sotto i piedi e , dopo un pò che nuoti, sei sospeso .
Guardo in basso ed ho le vertigini. Poi canto, sono felice,
salata,sbaciucchiata, massaggiata, abbracciata. Posso giocare, nuotare, fare capriole
e tuffi, la pelle esulta ed io pure. Nell'eterno presente interiore, cosa mi
manca? All'altezza degli occhi, appena fuori dall'acqua, la linea
dell'orizzonte mi taglia il viso in due, da un orecchio all’altro. Faccio le bolle soffiando. Guardo lontano, io ,piccola creatura con polmoni, ospite temporanea della sterminata massa liquida
degli esseri con branchie. E’ il tramonto, il sole rosseggia, quasi appoggiato
sulla tavola d'acqua traballante. Vabbè , sto qui, aspetto. Che il sole si
immerga e lenisca i suoi bollori, lui
che irradia sempre, sempre, tutto, tutti, democratico, incondizionatamente.
Sbaglio o appena Palla Rossa si è calato nell’acqua ha sospirato un
"Ahahah" di fresco sollievo? Ora
sono circondata di acqua porporina, faccio il bagno nel sole- sciolto- nel
mare; socchiudo la bocca assaggio un po’ di sole salato. Mi sento a casa e rido al cielo nel mix di mare-sole che snellisce l’anima, si porta via poche
briciole di nostalgia e basta.
Solstizio di protesta di Madre Terra.
Piove come
pianto. Il cielo bianchiccio, terreo ricorda lo spazio immobile prima di una
nevicata. Il mare è verde oliva con toni grigi. E’ il solstizio, oggi è
ufficialmente estate, quella esibizionista- commercial-caciarona in cui bisogna
occuparsi della prova costume, comprare il latte protettivo solare, pensare al
benessere, abbandonare i cani per strada, depositare gli anziani all’ospizio.
Basta: mi riprendo l’estate antica, sognata in incognito che mi sposa alla
Madre. La mattinata è tutta uno scroscio; alcuni vacanzieri si lamentano perché gli si
rovinano le ferie. Nel supermercato della vita, dove ognuno va, prende quello
che gli serve, senza dire grazie, Madre Terra, generosa e gentile si sta
finalmente arrabbiando con noi. Nel pomeriggio tento di riposare, ma la Madre
chiama; mi alzo dal letto, siedo davanti alla vetrata della cucina. Sembra di
guardare la centrifuga della lavatrice: l’acqua dal cielo si mescola con i
vapori schiumanti del mare, montagne di mare livido si innalzano poi si
schiantano e io chiedo scusa. Penso affogherei se uscissi tanta è l’acqua che
vortica mangiandosi l’aria. Lampi appuntiti punzecchiano il cielo e i tuoni
continuano a brontolare in lontananza dopo il primo boato. Osservo da dietro i
vetri il vomito di Madre Terra che non ne può più ,e chiedo scusa. Incito la
catarsi, come a una bambina che vomita si tiene la fronte con la mano: “Dai,
butta fuori, hai ragione, dai, dai piccolina, dai cuoricino, dopo starai meglio”.
Nell’aria un lamento rabbioso,”uhuhuuu”: è dolore, è dolore da animale ferito;
il fragore sordo del mare è sottofondo continuo. Quant’è bella questa furia. La
terra ruggisce e io chiedo scusa. Offro preghiere per lenirle il dolore come
quando Madre l’ha fatto con me, nella sofferenza, col profumo dei Fiori, col sapore
del Mare, col calore del Sole. Non abbasso lo sguardo. Voglio guardare in
faccia la potente dignità di questo dolore e non dimenticare. Mai più.
Visualizzo
l’arcobaleno circumpolare che sboccia dalla profondità del cuore di cristallo,
esce dai poli, abbraccia Madre Terra; poi metto la piccola terra virtuale nel
cuore e luccichiamo di pulizia, insieme. Che la pace sia con noi e con il suo
spirito.
DEVO
cambiare vita.
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