lunedì 25 marzo 2013

Caro signor Berlusconi



Mi rivolgo a lei come persona., non come interprete di una farsa politica. Sono una delle tante donne che lavora e crede in quello che fa. Insegnante , ho sempre saputo di voler accudire i bambini ed è quello il centro della mia vita; a volte faccio fatica ad andare avanti, senza ricompense né riconoscimenti ma sono sempre stata fedele alla mia umanità. Ho percorso le tappe della vita: studio, lavoro, matrimonio, sport, tempo libero, qualche viaggio;  le ho vissute con  gioia ma …cos’era la sensazione di “troppo pieno” che sentivo? Da piccola, all’alba, in città, andavo sul balcone  per sentire il Silenzio oppure in pineta sparivo tra gli alberi in adorazione,  perché il solo fatto di non  essere vista da altri umani né vederli per un po’, cambiava il mio comportamento e quello altrui. So che la vita è un meraviglioso, impegnativo laboratorio sperimentale da cui distillo ogni giorno il senso ; sicuramente non è il grande magazzino in cui arraffo persone e cose . Se ti intrattieni superficialmente o “commercialmente” con gli altri, puoi conoscere centinaia di persone, usarle, gettarle e avere sempre fame d’amore; ho compreso che, se non ero appagata del tutto nelle situazioni sociali , dovevo cercare  pace nella solitudine, ogni giorno. Ho iniziato a praticare la meditazione, a pregare consapevolmente , a riconoscere i momenti di integrità  nel passato, come episodi meditativi . Quando ti siedi e guardi l’energia che ti pervade, ti si stampa un certo sorrisino sul volto, quell’ energia la puoi chiamare Dio, Budda, Universo o come ti pare: comunque fai la ricarica e  la spendi nel quotidiano; questa stessa luce a cui  ti connetti  ogni volta che lo decidi, informa, rigenera, pacifica. Per un po’ esci dalla confusione, dai luoghi comuni, dai pregiudizi, dalle forme pensiero negative, dall’osservazione  con relativi sottotitoli  poi attrai la gente  luminosa, evasa dagli schemi mentali fissi che ti guarda col cuore (e anche tu lo fai): le rispettive energie si sommano , si diventa squadra , nascono rispetto , sostegno ,collaborazione, ascolto. Pratichi l’esercizio dell’amore, non ti aspetti niente in cambio, stai bene  perché sei in amore e  non c’è posto per altro.Scopri che la materia è il barattolo in cui risiede il miele dell’energia divina che non si vede eppure c’è. Se apri il barattolo e lo sezioni con la mente ragioniera dirai che è vuoto: è vuoto un profumo? È vuoto uno sguardo affettuoso? E’ vuota un’occhiata  rabbiosa? E’ vuoto un silenzio ostile? E’ vuoto un bacio volante? E’ vuoto un canto accorato?  E’ vuota una danza allegra? La vera solitudine arriva quando non sei connesso, nascono forme pensiero come nuvole nere e non vedi  altro che buio minaccioso e nemici da abbattere. Sei disperso, il filo della corrente  staccato dall’Enel divino. Te ne vai in giro a riempire il vuoto, de-presso, pneumatici sgonfi , arranchi, sei cavo dentro e in quel cavo dentro ci butti di tutto: oggetti, soldi, esperienze negative, doppioni di esperienze negative, l’apparire, il presenziare, donne in affitto.  Quanto coraggio ci vuole per allacciarsi ai fili del dio interiore  e diventare Amore in questo quotidiano? Tantissimo. Qualche volta sei stanco però , incontri con gioia tanti altri salmoni che risalgono la corrente, silenti, scivolosi, imprendibili . Perché Dio è il numero 1 e in fondo stare con Lui è il meglio che c’è; il suo amore è talmente nutriente  che, nonostante le difficoltà, non ti manca mai la gioia di vivere: piccoli scoppi di felicità perché sei al caldo, perché hai mangiato, perché c’è il sole, perché una pianta creduta morta ha germogliato, perché una bambina a scuola ha imparato a leggere.In fondo Dio è un'atmosfera luminosa, corpo in relax, pensieri radi: quando permetti che la mente  occupi completamente lo spazio interiore, ti ritrovi fatto a pezzi da te stesso, perdi il tuo centro, se mai l’hai sperimentato. Come avere sempre una tivù accesa nella testa, sintonizzata sul canale sbagliato, che, proprio come la tivù, dice tutto e il contrario di tutto.
Figuriamoci averne tre di tivù, caro presidente.
Il mio cuore percepisce il suo dolore, la sua solitudine cava, il bisogno di esserci a tutti i costi , con qualsiasi mezzo; dietro la ricrescita dei capelli  trapiantati , vedo un bimbo solo , non amato,  che non ama sé stesso, che batte i piedi per terra  e chiede l’attenzione e intanto  crea problemi. Le chiedo di smettere: questa Italia è pure mia e lei sta esagerando nell’accumulo di  potere materiale pur di riempire la sua solitudine , pur di non affrontare la  paura di vivere. Quando arriverà la morte fisica non trascineremo con noi la zavorra fatta di troppi oggetti, eccessivo lavoro , proprietà, presenzialismo, donne comprate: porteremo negli occhi lo sguardo d’amore di un figlio, di un amico , del cane,  della gente che ci ha riconosciuto, loro ricorderanno piccoli episodi vissuti insieme e , grazie a quelli, ci custodiranno sempre nel cuore. Parleranno di noi a quelli che verranno dopo e così, di ricordo in ricordo, vivremo per l’eternità. Solo l’amore di chi ci ha amato e che abbiamo amato, ci sosterrà , sarà il carburante divino che ci trasmuterà dall’altra parte , rendendo sopportabile il passaggio della morte .
Non perda altro tempo, la smetta di recitare,si sbrighi ad amare e a  farsi amare, al più presto.
Io sto pregando per lei .






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