mercoledì 20 marzo 2013

Scambi di cuore 2

Nell’articolo precedente ho condiviso il racconto di incontri casuali con persone non in sintonia, con i mercanti nel tempio ; mi piace ugualmente testimoniare la serenità che pervade quando ci si accoglie reciprocamente, sapendo che l’altro non ti farà del male e che ti porterà doni. Credo che la connessione col cuore, tra cuori, stabilisca un contatto con il Divino interiore; così non sei tu a comunicare bensì diventi nunzio di saggezza; del resto l’ immagine di Gesù, che irradia raggi di luce dal cuore sono chiare: è lì il vero potere, altrimenti avrebbe sprizzato luce dal fegato o dal pancreas. Quando diventi consapevole di essere un umano in divenire e quindi “rivoltabile" come un calzino (con l’impegno tuo e l’aiuto di Dio) l’altro può fornirti indizi, pronunciare una frase, fare un gesto, nominare un libro che saranno il “bottino” da portare a casa (sincronicità). A volte le parole sono scarne, l’altro è semplicemente una persona che ti sorride “davvero” o ti abbraccia perché vuole il tuo bene come vorrebbe il proprio, fuori dal mercato della maggior parte dei rapporti odierni. Mi capita di avere incontri anche brevi con persone che praticamente mi raccontano la loro vita, ed è un grande onore ascoltare , accogliendo con rispetto i sentimenti profondi che animano di pathos la narrazione. Che dire degli amici che non vedi quotidianamente la cui sostanza fa talmente parte della tua che, rivedendoli, ti sembra di non averli mai lasciati: erano là, depositati nel tuo intimo e la loro presenza fisica è solo promemoria . Con Rosa R., impegnate come siamo entrambe col lavoro,se non è possibile incontrarsi, bastano dosi “omeopatiche” di affettuosa condivisione telefonica,condite di risate e battute, per sostenerci a vicenda. Incontro casualmente Dalila B. al supermercato e , tra verdure e latte, pane e legumi, la nostra spesa, al limite della chiusura del negozio,è il tappetino di merce su cui scorrono le nostre parole. Io e Milly S. negli ultimi mesi ci diamo appuntamenti “telepatici” nei luoghi dove c’è da aspettare (farmacia,posta, file al supermarket) e così abbiamo il tempo materiale per riassumere le puntate precedenti delle rispettive esistenze. Con la  cara Vincenza A. , conosciuta in ospedale, durante un difficile periodo della vita di entrambe, c’è il filo diretto della “sorellanza” a distanza, che ci fa credere di esserci incontrate appena ieri e invece sono passati mesi . Non è la comunicazione verbale che passa, così imperfetta e relativa: è il fuoco comune che affratella gli esseri “di buona volontà” e rimbalza da uno all’altro,nutrendo entrambi. Nella comunicazione predatoria, invece, c’è uno che vuole divorare l’altro , cuccandosi tutta la sua energia, attraverso critiche e pregiudizi e l’altro può rispondere nello stesso modo oppure difendersi; comunque è un incontro dannoso,disarmonico,inefficace, mancato, sprecato. La vera comunicazione realizza la promessa “ a pelle” di reciproco rispetto , rappresenta un legame indissolubile per sempre, intesse di sé le vere amicizie e tutti i rapporti di pregio. In un mondo di “lingue biforcute” ( sinonimo di mentitori secondo gli indiani d’America), da film western, dove tristemente i bianchi erano proprietari e gestori di tali lingue e lo sono tuttora (augh!), ci vuole molto coraggio per comunicare con integrità, perché quasi nessuno vuole scoprirsi per primo per timore di essere ferito. Personalmente , mi sono lasciata ferire però , dal mucchio dei farisei (non li invidio per niente) sono emersi altri coraggiosi con cui ho,tuttora incancellabili, nutrienti, impagabili, preziosi, scambi di cuore. Provare per credere.

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